venerdì 6 maggio 2011

Il Valore, la Verità e l'altro


Nel quale si parla di bellezza o bruttezza ma non in senso estetico.
Ci sono momenti in cui ti tornano in mente due parole sentite tanto tempo fa: “La bella condotta". Bella, un comportamento bello. L'amore per la bellezza, fare della propria vita un capolavoro.

Non ho mai chiaro cosa sia la bellezza, ho molto chiaro cosa sia la bruttezza. La vivo nella negazione dell'altro come persona, negando l’altro come essere distinto ed umano ma rendendolo unicamente aggettivo, sagoma di cartone, noem, immagine, totem, simbolo.

L’altro come non-persona, l'altro che può essere tutto ma non persona..

Levinas parla del volto che scatena la reazione. Negando l’umanità dell’altro ne nego il volto ma, al tempo stesso, ledo e ferisco il mio volto ed il mio spirito.

Perchè la bruttezza ha la bizzarra tendenza a ledere lo spirito, a soffocarlo e deformarlo.

Ho trovato in giro questo e mi veniva in mente come possa essere un esempio di bella condotta
" allora l’altro, cesserà di essere semplice “oggetto” destinato a essere condotto alla “mia” verità, unica e universale e diverrà “soggetto” da accogliere nella sua unicità, con la “sua” verità. La verità allora non sarà senza l’altro, né tantomeno contro l’altro, non sarà imprigionabile in categorie giuridiche o in affermazioni dogmatiche, ma troverà spazio nella storia grazie all’incontro tra diversi, tra stranieri che scoprono la possibilità di una comprensione e di una relativa comunione proprio perché accettano di non essere “padroni di casa”, detentori del Senso, proprietari della Verità. " (E.Bianchi)

Viviamo in tempi di Verità e Valori assoluti, in tempi in cui una sola modalità, un solo modo di essere, un solo modo di agire sembrano essere possibili.

Viviamo in tempi in cui almeno due religioni sono diventate fatto politico, asserzioni di valori e ortoprassi.
Cristianesimo ed Islam ridotte a sinonimo di militanza politica e non di cammino spirituale, ad annuncio di iniziativa legislativa e non ad annunzio o testimonianza di un rapporto con quanto va oltre.

Oggi l’anticristianesimo o l’antislamismo sono essenzialmente asserzioni politiche non religiose. Asserzioni che, prive di istanza spirituale, diventano molto affini al dire "tizio è comunista" o "caio è democristiano"

Perchè se fossero asserzioni spirituali parleremmo di quell'altro che, almeno nella definizione Levinasiana, è indicibile.

Personalmente faccio fatica a pensare che si possa attaccare quanto è indicibile e trascendente da una posizione religiosa in cui il sacro è immanente.
il paganesimo non è assoluto ma immanente, è la coesistenza dei piani e delle visioni esattamente come nella "religione" intesa come atto spirituale coesistono piani e visioni.

Abbiamo Teresa d'Avila che parla di virtù come effetto d'amore e abbiamo visioni ove il mistico vive il momento totale dell'assenza e negazione di Dio.

Mancando il dato spirituale, nell’asserzione del Valore Unico, della Modalità unica possono solo essere e vivere istanze assolutistiche.
Se il mistico islamico o cristiano rappresenta il massimo grado di libertà nel suo andare oltre, il cristianismo o islamesimo come istanza politica o religione sociale rappresentano il minor grado di libertà possibile mancando totalmente di qualsiasi afflato spirituale.

E mancando di bellezza.

Mancando di quel cammino che è fatto di silenzio, riflessione e solitudine.

E allontanando, dimenticando  quel momento in cui scendi dentro di te e ti poni i perchè, cerchi il senso delle tue azioni. E cerchi di identificare le correzioni da apportare. Alla ricerca di un senso piu' profondo da dare alla propria vita che vada oltre la semplice apparenza o il semplice correre dietro al tempo e agli impegni.